Milano 9-10 Ottobre 2010

Sabato 9 e Domenica 10 Ottobre 2010, a Milano presso il centro congressi Fiera Milano City, si è svolto l’8° Congresso Europeo per pazienti oncologici e per le loro Associazioni di volontariato organizzato dall’ESMO, Società Europea di Oncologia Medica e dalla F.A.V.O. Federazione italiana per le Associazioni di Volontariato Oncologico.

Il tema principale è stato quello della riabilitazione ma sono state illustrate altresì le nuovissime scoperte e traguardi raggiunti in campo farmacologico e terapeutico, in particolare sulle cure che superano ormai anche quelle che si consideravano al top come gli anticorpi monoclonali. L’Italia è stata portata ad esempio per l’alto tasso di lungovivenza al cancro e per la tutela del mantenimento del posto di lavoro ai pazienti oncologici, con eventuali riduzioni dell’orario di lavoro durante le cure a completa discrezione del lavoratore. Leggi recenti proposte da F.A.V.O. su sollecitazione di tutte le Associazioni di volontariato oncologico italiane, e recepite nel tempo dai vari governi.

Anche nel campo della riabilitazione l’Italia è stata considerata ad un buon livello (anche se non su tutto il territorio nazionale), mentre in altri paesi europei, tale investimento sul recupero funzionale non è considerato prioritario a causa della errata convinzione dell’esito infausto della malattia.

E’ stata messa in evidenza la necessità di creare una Banca Dati che permetta di scambiare tutte le informazioni fra i vari paesi europei per poter lavorare tutti nella stessa direzione.

Anche il Parlamento Europeo, con una commissione formata da 74 membri, sta lavorando in funzione della ricerca scientifica e della normativa legislativa per capire la meccanica del proprio stato membro ed i suoi meccanismi organizzativi per poi influenzare le politiche comunitarie.

E’ stato ribadito che è inaccettabile soffrire a causa delle cure, il paziente deve saper chiedere aiuto parlando dei propri problemi per riceverlo quando necessario. E’ il paziente che deve esprimere le proprie scelte con l’ausilio di tutti gli specialisti, dei familiari e delle Associazioni di volontariato presenti sul territorio per l’alto valore che rappresentano.

I relatori provenivano da tutto il mondo scientifico, Europeo e Statunitense.

La città di Sanremo è stata rappresentata dall’Associazione di volontariato oncologico NonSiamoSoli onlus che ha portato all’attenzione dell’assemblea l’importanza della riabilitazione, in particolare della prevenzione e riabilitazione linfologica presente in buona percentuale nelle proprie associate ex pazienti di cancro al seno, partecipando con un manifesto dedicato.

 

Il nostro contributo grafico al seminario

“L’esperienza che ci deriva dalla nostra associazione, fondata da donne operate di cancro al seno, ci porta ad operare nella direzione a noi più vicina, i problemi di linfedema particolarmente frequenti nelle nostre associate, tramite campagne e giornate dedicate alla sensibilizzazione e prevenzione medica dei danni più evidenti e frequenti causati da questo problema, anche con l’ausilio di un’apparecchiatura per la pressoterapia acquistata dall’associazione.
L’immagine ritrae un medico che pratica il bendaggio terapeutico del braccio che ha manifestato con evidenza medica il problema.

Tutto ciò che riguarda la necessità di riabilitazione è ampiamente descritto nel “Libro bianco sulla riabilitazione oncologica” in cui, oltre al problema linfologico, vengono descritte tutte le pratiche riabilitative di cui hanno necessità i sopravvissuti al cancro.

L’immagine del medico che applica il bendaggio “esce” simbolicamente dal Libro bianco per manifestare la nostra necessità, l’obiettivo che è subordinato solo alla guarigione dal cancro: la riabilitazione completa di tutte le conseguenze dovute agli interventi chirurgici e alle cure farmacologiche.

L’ultima riga “che cosa c’è da fare” è un invito a centrare l’attenzione sulla tematica della riabilitazione post-cancro, è una dichiarazione, non una domanda, tramite un’adeguata riabilitazione si può garantire, oltre che la sopravvivenza anche una BUONA sopravvivenza.”